Fino al 6 ottobre 2019, alla Fondazione MAST a Bologna è visitabile una mostra che (facendo eco al nome di chi la ospita) è un “must“, assolutamente da vedere: “Anthropocene, un progetto artistico che indaga l’indelebile impronta umana sulla Terra”, trentacinque strabilianti fotografie di Edward Burtynsky, tredici installazioni video di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, murales ad alta risoluzione ed esperienze di realtà aumentata.
Sviluppata in tre diverse aree, permette di compiere un viaggio attorno (ma soprattutto dentro) al nostro pianeta per mettere in evidenza, al di là di tutte le ideologie sui cambiamenti climatici, quanto l’attività umana stia realmente trasformando l’ambiente incidendo in modo irreversibile sulla sopravvivenza della nostra e delle altre specie, oltre che sulla qualità della nostra vita, attraverso lo sfruttamento incontrollato delle risorse, l’inquinamento provocato per estrarle e trasformarle, completando l’opera con lo smaltimento dei rifiuti.
Quanto ci costa mantenere lo stato attuale delle cose, siamo disposti a giocarci tutto per non rischiare di cambiare le nostre abitudini?
Il film e la mostra non danno risposte certe e ricette sicure, offrono però l’opportunità di riflettere concretamente sul nostro stile di vita, mettendoci allo stesso tempo a conoscenza dei meccanismi di mercato che tanto influenzano l’andamento della produzione di materie raffinate ed oggetti d’uso quotidiano e, di conseguenza, anche lo spostamento delle persone nei luoghi di lavoro e le relazioni tra queste persone… in pratica, tutta la nostra vita.
Le immagini qui riportate testimoniano le esperienze in Realtà Aumentata sperimentabili, sia quelle installate all’interno della mostra sia tramite 4 cartoline su carta; queste esperienze sono disponibili grazie a tablet distribuiti all’interno della mostra, oppure sul proprio smartphone grazie alla App “AVARA”, scaricabile sempre gratuitamente online, che permette anche di fotografare e condividere le immagini scattate.
*Tutte le info sulla fondazione, sulla mostra e sugli artisti che l’hanno realizzata, ai link suindicati*